PERMUTARE CASA: LE IMPOSTE SI DIVIDONO A META
Se le imposte ipotecaria e catastale si pagano normalmente nella misura fissa di 50 euro ciascuna (una volta sola), l'imposta di registro proporzionale da dividere tra le parti sarà dunque quella più alta: non importa che arrivi dal valore catastale (prezzo-valore) più basso.
Ad esempio, se la permuta coinvolge due abitazioni del valore catastale di 80mila e 120mila euro, e per entrambi i proprietari si tratta della “prima casa”, si applica l'imposta di registro del 2% sul valore maggiore, cioè sull'immobile da 120mila, che equivale a 2.400 euro. Se invece per il proprietario con immobile dal valore catastale inferiore si tratta della seconda casa (e per l'altro è “prima”) prevale l'imposta di 7.200, che deriva dall'applicazione del 9% alla casa da 80mila euro.
«Il vantaggio fiscale – sottolinea Rizzi – non c'è invece nel caso in cui un trasferimento sia soggetto a Iva e l'altro a imposta di registro. Su quest'ultimo, sulla cessione non Iva, si paga l'imposta di registro in misura proporzionale (9 o 2%) e le ipocatastali in misura fissa (100 euro complessive). Mentre sul trasferimento di un'abitazione imponibile Iva vanno pagate imposte fisse (registro, ipotecaria e catastale) per 600 euro complessivi (200 euro ciascuna)». Inoltre, per tale atto di permuta, dev'esser corrisposta l'imposta di bollo.